Qualcuno mette un fogliettino nella tasca della giacca di Camilleri mentre si trova ad assistere ad una rappresentazione classica al teatro greco di Siracusa. L'autore chiama il numero che vi è scritto e viene condotto ad un incontro con un latitante che gli fa leggere dei manoscritti di Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio. Il noto pittore racconta, con un italiano grezzo e molto antico, le disavventure che gli capitarono dopo aver ucciso un uomo a Roma, durante una rissa. Caravaggio è costretto a trascorrere molto tempo fra Malta e la Sicilia, ma i guai in cui si caccia lo inseguono e lui finisce in preda alle allucinazioni. Non so se è vero ciò che capitò a Camilleri, se lo è non andava pubblicato come romanzo ma come piccolo diario storico di un artista, se non lo è si tratta di un romanzo nel romanzo, non molto sensato in ogni caso, ma piacevole.