Nonostante sia una delle prime pubblicazioni di questo autore, meraviglioso e straordinariamente prolifico, emerge chiaramente un talento di livello incredibile. Camilleri dimostra che non ha bisogno del celebre commissario di sua invenzione per realizzare una storia con maestria e arguzia. Siamo nella Vigà ta di circa un ventennio dopo l'unità d'Italia, vi sono personaggi manifestamente mazziniani e ci sono ancora i nobili e il resto della plebe. La storia inizia con l'approdo di un vapore nel porto di Vigà ta. Qui entra in scena un forestiero, intenzionato ad aprire una farmacia in paese. Per un po' le sue tracce si perdono, mentre va avanti la storia del Paese e di una nobile famiglia in particolare. L'ossessione di un uomo che vuole un figlio maschio, storie che si intrecciano, il paese che non è mai completamente estraneo ai fatti e una serie incredibile di morti. Il farmacista è un personaggio apparentemente marginale, ma che viene alla ribalta, con prepotenza, nei due finali. Il primo è lieto, il secondo è un colpo da maestro che questo autore, negli anni a venire, ha più volte regalato ai suoi lettori.