Il secondo saggio di Palahniuk mi lascia lo stesso identico interrogativo che mi aveva lasciato il primo: che senso ha tradurre in italiano e pubblicare in Italia un libro così territorialmente circoscritto al nord ovest americano? "La scimmia pensa, la scimmia fa" è diviso in tre parti, di cui le prime due sembrano il logico proseguimento di "Portland souvenir", la terza parte, lunga meno di un quarto del volume, è l'unica veramente interessante, con spunti psicologici interessanti. Ma nel complesso resta un lavoro mediocre, che non ha motivo di esistere in Italia.